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Girare per l'Irlanda è stata una continua sorpresa, sia per me, che per mia figlia. Infatti, questa splendida Isola, fin dal primo giorno, a Dublino, ci ha dato la piacevole sensazione di esser divenuti, come per magia, suoi abitanti da sempre perché, anche con una "povera" conoscenza dell'inglese, non abbiamo avuto alcuna difficoltà a "muoverci" o in un Pub, o in un grande magazzino, o in Hotel, o in un ristorante, anche senza la guida-
Uscendo da Dublino, la verde Irlanda si è presentata, giorno per giorno, in tutte le sue naturali bellezze, dalle colline, alle montagne, ai pascoli con variegate tonalità di verde; abbiamo incontrato piccoli Centri urbani con strade strette e pulitissime sulle quali si affacciavano Negozi e Bar con vetrine intelaiate in facciate colorate che esaltavano i prodotti in vendita ordinatamente esposti. Eccoci nelle periferie, contornate da piccole casette bianche e muretti a secco, da piccoli corsi d'acqua, da piccoli orti fioriti. Abbiamo incontrato Rocche fortificate, Abbazie semidiroccate,(ma mantenute magnificamente), o in piena "attività", come la splendida Kylemore Abbey (nel Connemara) che si affaccia su un piccolo "affascinante" lago. Eccoci di fronte a Castelli con meravigliosi parchi, nei quali la cura del verde, degli alberi e delle piante ne fanno degli autentici gioielli. Non parliamo dei Ruscelli con l'aqua limpidissima, ma di colore leggermente scuro per il passaggio sulle torbiere. Spettacolari le scogliere (famosissime le Cliff pf Moher) che, anche se immerse nella nebbia e nella pioggia (che abbiamo "incontrato"), mantenevano tutta la loro possanza proiettandosi sul mare sottostante con salti di svariate decine di metri.
Certamente la nebbia e la pioggia sono "entità" che convivono in Irlanda e bisogna sempre tenerne conto (nell'abbigliamento s'intende) anche in un viaggio "estivo" come il nostro, ma non devono mai essere considerate "ostili" al soggiorno. Però, quando spunta il Sole, non si può fare a meno di gioire e di sorridere per il nuovo splendore (in continuo mutamento) che assume il pasaggio che ci circonda come, ad esempio, nella Contea di Sligo, dove, su spiaggie bianche che si immettono in un un mare blu, abbiamo incontrato bagnanti dalla pelle bianchissima che si adoperavano in ogni modo per cercare di "captare" quei deboli raggi che facevano "brillare" l'ambiente circostante. Non posso sicuramente descrivere appieno come il Sole (veramente "Fratello Sole") abbia saputo esaltare le meravigliose (sperdute) Isole Aran che, anche senza vegetazione ed il vento costante, non hanno impedito ai loro abitanti di viverci, curando i loro sentieri non asfaltati, affiancati dai muretti a secco, ed i piccoli orti sempre presenti nei giardini delle bianche casette sparse in un ambiente brullo ma maestoso, soprattutto quando ci si affaccia, ancora una volta, su scogliere altissime sulle quali si infrangono onde possenti capaci di sollevare spruzzi spettacolari.
Sembra strano, da un punto di vista naturalistico, parlare di Irlanda del Nord, perché non cambia nulla e la spettacolarità delle sue coste (imperdibile la visita ai "Giant's Causeway") non è diversa così come la variabilità del clima. Quello che abbiamo notato di diverso, quando ci siamo stati nel 2007, era la presenza (ancora tangibile, perché documentata da bellississimi Murales) delle sofferenze affrontate, in un passato non troppo lontano, dalla popolazione, a causa dell'ostilità fra cattolici e protestanti separati, nella "Medesima Terra d'Irlanda", da diversità religiose. Pero, è stato altrettanto visibile, e constatabile personalmente, come, con la pace, quel brutto "periodo" sia stato superato e relegato nei "Ricordi" rappresentati nei Murales di Derry (Londonderry per gli Inglesi) e Belfast. Infatti, a Belfast, girando per le strade (larghe e spaziose), ci si sentiva "sicuramente" in una grande città con moderni grattacieli ed imponenti Edifici (City Hall a Donegall Square, l'Università, St.Anne's Cathedral). Pur tuttavia, anche in questa città, non manca la conservazione delle "abitudini" di un buon bicchiere di birra in un chiosco all'aperto o in un Pub con la caratteristica "facciata" colorata ed in cui, all'interno, si possono apprezzare i bellissimi, "tradizionali" Box (con porta d'ingresso) ed i banconi con le maniglie lucidissime "pronte" a spillare "pinte" di birra in quantità.
Per esperienza, ho sempre riconosciuto che la "cucina mediterranea" (e l' italiana in particolare) sono insuperabili; pur tuttavia non posso esimermi dal sottolineare che un buon viaggiatore non deve mai (tranne casi estremi, certamente fuori dall'Europa) "diffidare", per "partito preso", dei cibi locali e, di conseguenza, del modo di cucinare e dei sapori che si possono cogliere: sarebbe sicuramente "un viaggiatore zoppo". Ecco che abbiamo apprezzato moltissimo lo "splendido" Stufato "Irish stew" (con carne di agnello, patate e carote), unitamente ad una "pinta" di scurissima Guinness, al Pub Scarriff In, posto ai lati di una strada stretta, ma che si affaccia su una costa scoscesa, con un panorama bellissimo sulla Baia sottostante che la nebbia ha solo in parte attenuato; oppure "Ostriche freschissime", Mezza Pinta di Birra nera e saporitissimi Sandwich a Clifden (nel Connemara). Sotto quest'ultimo aspetto, due "Capisaldi" sono, certamente, la GUINNESS (Birra scurissima dal sapore di torba con la sua schiuma densa e corposa) e l'ottimo (in tutti i sensi) Wiskey (così denominato in Irlanda) BUSHMILLS.
Concludere un viaggio in Irlanda in un Pub o in un buon ristorante d'albergo con una "cena tipica" "moderatamente innaffiata" dalla Birra o dal Wiskey (a fine pasto) è sicuramente "un buon consiglio".
Ennio Demori